26 Feb L’intervento neuropsicomotorio
L’intervento terapeutico è indirizzato alle funzioni emergenti che si trasformano nel corso dello sviluppo, ostacolato o rallentato dalla presenza di disturbi di tipo neuro e psicomotorio, comunicativo-affettivo e neuropsicologico, all’interno di quadri clinici complessi ed eterogenei.
La caratteristica dell’intervento è rappresentata da un lavoro rivolto non tanto al deficit ma all’integrazione delle competenze emergenti, ivi incluse quelle atipiche.
La terapia neuropsicomotoria è indicata (riferimento ICD-10):
- nei disturbi pervasivi dello sviluppo (disturbi dello spettro autistico) e della regolazione emotivo-comportamentale;
- nel ritardo mentale;
- nei disturbi della coordinazione motoria (ritardo psicomotorio, disprassia);
- nei disturbi di sviluppo e nei disturbi di apprendimento;
- nelle patologie neuromotorie e neuropsichitariche acute e croniche, in tutte quelle situazioni in cui il disturbo origina o coinvolge principalmente la dimensione corporea interattiva.
La terapia neuropsicomotoria, inoltre, integra precocemenete gli altri interventi riabilitativi nelle disabilità che derivano dai ritardi/disturbi della comunicazione verbale e non verbale e dai deficit sensoriali.
L’intervento neuropsicomotorio copre una fascia d’età molto estesa che va dalla prima infanzia all’adolescenza, ma esprime la sua massima efficacia nell’età precoce 0-3 anni e nell’età pediatrica 4-7 anni, laddove le abilità emergenti pur essendo riconducibili a specifici settori (motorio, linguistico, ecc) non possono essere scisse dalle funzioni di attenzione, percezione, memoria, motivazione, regolazione affettiva promosse attraverso esperienze totali e globalizzanti caratteristiche dell’approccio neuropsicomotorio.
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